Alla quarta tappa, chi usufruirà del percorso incontrerà l’Oratorio di San Rocco. L’oratorio è stato eretto in conseguenza della pestilenza che infuriò anche nel nostro territorio tra il 1630 e il 1631. La sua costruzione venne decisa dalla comunità non appena si sparsero le voci dell’incombente contagio, proprio per invocare la protezione del santo. Infatti fu proprio la comunità di Momo che il 15 maggio 1630 inviò al vicario monsignor Bono la supplica per ottenere l’autorizzazione, nonché la licenza di lavorare nei giorni festivi. L’Oratorio di San Rocco venne costruito proprio nel luogo in cui si rifugiavano i sospetti di contagio, cercando rifugio sotto le rudimentali capanne e sollievo dal corso della roggia che scorreva nei pressi. L’edificio venne completato esternamente nelle sue strutture murarie nel 1637, grazie all’attivo interessamento del fabbriciere Bernardino Bianchi, anche se le pareti rimasero grezze e prive di intonaco per alcuni decenni. Invece all’interno venne completato solamente il coro di volta così da poter permettere agli artigiani che vi lavorarono di affrescare al di sopra dell’altare un dipinto raffigurante l’immagine della Beata Vergine, tra le cui braccia vi è il Bambino Benedicente. Sempre nello stesso dipinto si possono vedere ai lati della Vergine, San Rocco, San Sebastiano, quest’ultimo trafitto dalle frecce del martirio, e Sant’Andrea la cui figura si scorge mentre sorregge la croce. È possibile anche notare come San Rocco sia stato dipinto con i comuni attributi che connotano la sua opera di apostolo tra i malati: la piaga della peste, il cagnolino che lo soccorse durante il periodo di isolamento e il bastone da pellegrino. Altre immagini della Vergine e dei Santi Rocco e Sebastiano sono ancora visibili sulla facciata che si trova davanti a voi. Nella sua storia, questo oratorio votivo rimase sempre ben curato grazie alle persone che nel tempo hanno abitato l’omonimo rione di Momo