Presso la prima tappa si potrà osservare un’edicola sacra eretta in onore di San Pietro e della quale rimangono solo i resti della torre campanaria che affiorano dal tetto di quello che una volta era un porticato. La torre campanaria, alta circa 8 metri, è una massiccia costruzione quadrangolare databile alla metà del secolo XI con lati di oltre quattro metri e muri spessi oltre 1 metro, interamente costruita con ciottoloni e pietra disposti orizzontalmente. Ancora ben evidente resta la decorazione ad archetti pensili, di età romana in cotto a gruppi di tre, divisi dalla lesena centrale. Dai ritrovamenti effettuati e dalle fonti storiche è possibile presumere che la stessa avesse una facciata a capanna con una finestra sopra il portale d’ingresso e fosse composta da una sola navata molto ampia che terminava in un’abside semicircolare in cui era stato posizionato un altare affrescato con immagini sacre e con al centro il Cristo in croce. È sempre dalle fonti storiche che sappiamo di un restauro avvenuto nel XVII secolo in quanto era stata trovata in pessimo stato, con i muri esterni scrostati e lesionati. Successivamente al restauro avvenuto per ordine del Cardinale Taverna venne collocata al suo interno anche una tela raffigurante l’ascensione della Madonna. Nonostante ciò venne nuovamente abbandonata e lasciata a sé stessa e gli ultimi resti furono rimossi sul finire del secolo XIX. La Chiesa di San Pietro è documentata comunque come l’antica chiesa parrocchiale e infatti si ritiene essere la prima chiesa cristiana del paese, posta nell’antico “Vicus” ovvero la parte più antica del nuovo centro abitato di Momo. Alcune curiosità storiche, di notevole interesse e che ne confermano la datazione, sono i ritrovamenti effettuati all’interno dell’area ove sorgeva, come un cippo romano detto “di Vero”, ora esposto al museo lapidario di Novara e le numerose monete rinvenute e intitolate a Marco Antonio. Oltre ai predetti ritrovamenti, altra leggenda che viene da sempre raccontata vorrebbe un ospizio posto vicino alla Chiesa di San Pietro collegato al castello mediante un sotterraneo. Inoltre, sempre per rimarcare l’importanza storica di quest’area, è significativo segnalare che in questo luogo vi era anche la presenza di una porta vigilata detta “Porta Olegiasca” . Presso questa porta d’ingresso alla villa di Momo confluivano strade vitali per il commercio come quella che da Oleggio (passante per Alzate) portava a Carpignano, quale collegamento tra la Lombardia e il Biellese, e la strada che da Novara portava al Lago d’Orta e al Sempione. Per tale motivo questa torre campanaria fu utilizzata con il passare del tempo come una torre d’avvistamento, data anche la mancanza della campana.